giovedì 10 giugno 2010
Abbagli
lunedì 7 giugno 2010
Phonm Penh – Prime impressioni (parte I)
Ve lo dico subito, non saro’ breve.
Il viaggio da Bangkok a Phonm Penh va liscio come l’olio. Bangkok Airlines è una signora compagnia aerea : gli aerei sono colorati, coi sedili belli larghi e comodi. Le hostess sono bellissime nelle loro uniformi leggere dai colori pastello.
Il cibo è equilibrato : piccantissima la portata principale, poi un’ insalatina per spegnere le fiamme e un dessert dolce, fresco e cremoso per riappacificarsi col mondo dopo la sudata peperoncina.
L’aeroporto di Phonm Penh è piccino. Sbrigo velocemente le pratiche per il visto: compilo l’application form, ci attacco una foto tessera, pago 20$ e entro ufficialmente nel Paese.
Il miracolo accade : mi avvicino al nastro dei bagagli e la mia valigia è li. E’ proprio lei. Sono commossa.
Esco nella calda serata cambogiana e Dilen, il collega cambogiano del Prof. Bauer è li’ ad aspettarmi : Bauer nel frattempo è in un volo Parigi- Phnom Penh, dopo essere stato a Grenoble a fare alcune di quelle cose che lo rendono Prof.
Dilen è gentilissimo e, dopo avermi accompagnata a casa del Prof, mi porta a cena in vespa. Io furbescamente metto una gonna e mi ritrovo a salire sulla vespa proprio come una vera signorina, con le gambe di lato e non a cavalcioni. Le donne qui fanno cosi’e alla fine non hanno tutti i torti : si sta comode ! Affluiamo in un mare di moto, moterette, ciclomotori di ogni genere che vanno e vengono incuranti delle piu’ elementari regole della strada.
Mangiamo in un ristorante che è una specie di scantinato pieno di ventilatori. Alla televisione trasmettono un film horror bruttissimo che tutti guardano con estremo interesse. I noodles e i ravioli di maiale e spinaci (o almeno, sembravano spinaci e sembrava maiale) sono buoni, il tè è gratis. Per ringraziare Dilen di essere venuto a prendermi pago il conto per entrambi : 3$. Cresce in me la certezza che qui in Cambogia mangero’ un sacco.
Facciamo un giro in vespa e fa tanto Vacanze Romane : passiamo davanti al palazzo reale, al monumento per l’indipendenza, percorriamo il lungofiume :il Mekong è calmo e non puzza di fiume. Non ci sono neppure le pantegane che mi aspettavo. Le sue rive sono animate da tuk tuk in attesa di passeggeri, da baracchini e giovanotti.
Dilen mi riporta a casa e passiamo per viuzze buie : c’è gente che dorme sui marciapiedi, gente che mangia, gente che chiacchiera. Un bambino massimo undicenne fuma e trascina un sacco pieno di spazzatura. Ogni tanto si abbassa a raccattare qualcosa e la infila nel sacco.
Arriviamo a casa, e mi preparo a passare la prima notte in Cambogia, da sola in una casa da scoprire. L’appartamento è al secondo piano di una villetta con giardino. Al primo piano ci sono gli uffici della ONG per cui lavora il Prof Bauer. L’appartamento è semplice e spazioso : una cucina bella spartana (due fornelli, una padella, un lavandino, un frigorifero), un soggiorno, due stanze da letto con bagno privato, una terrazza enorme con vista su una grande pagoda bianca dagli ornamenti dorati. Faccio la doccia e mi trasformo in un improbabile idraulico : il galleggiante del cesso non va e l’acqua continua a scorrere. Lo sistemo alla bell’e meglio e l’acqua continua a scorrere, ma di meno. Il suo sciacquettio mi romperà le palle per tutta la notte.
Grazie al jet lag, alle maledette cicale che friniscono senza sosta, al caldo e a milioni di rumori piu’ o meno indistinti non prendo sonno prima delle 4 di mattina. Siccome sono sola, in una casa sconosciuta di una città sconosciuta in un paese, neanche a dirlo, sconosciuto, prendo le mie precauzioni. Faccio scattare il marchingegno che chiude la porta a chiave e lascio un bicchiere di vetro davanti alla porta, in modo da essere avvisata da un allarmante rumore di cocci nel caso qualcuno cercasse di entrare.
Piombandomi in camera a mezzogiorno, il Prof Bauer mi sveglia da un sonno pesantissimo e confuso. Dopo averlo cacciato in modo veramente poco gentile e ospitale, raccolgo le idee e una bella L di Loser mi si pianta in fronte : non solo ho lasciato la chiave della porta infilata nella toppa esterna, ma mi rendo conto che la porta stessa si apre verso l’esterno. Il bicchiere è li, intonso, e ride di me.
Il pranzo con Bauer è una replica della cena precedente : tè, noodles e ravioli, in un ristorante-scantinato pieno di ventilatori. Prendiamo anche una Coca Cola che, naturalmente, ha un sapore diverso rispetto a quello europeo.
Bauer mi scarica di fronte al mercato russo, che non è lontano da casa. Prima di ripartire sulla sua vespina, si assicura che abbia ben memorizzato la via del ritorno.
Entro nel mercato, che è enorme, caldo e claustrofobico. Dentro c’è di tutto.
(to be continued…)
domenica 6 giugno 2010
Bruxelles - Bangkok: cronostoria
sabato 5 giugno 2010
mercoledì 2 giugno 2010
Le fortune della giovane Playmobil
mercoledì 26 maggio 2010
La To Do List di Playmobil
- antibiotico (in caso di malaria o altro) - fatto
- paracetamolo - fatto
- collirio - fatto
- Imodium per eventuali, allegre diarree - fatto
- Motilium per eventuali, simpatiche gastroenteriti - fatto
- cerotti - fatto
- crema per punture insetti - fatto
- Tristes Tropiques di Levi Strauss - fatto
- La pensée sauvage di Levi Strauss - fatto
- The places in between di Rory Stewart - fatto
- Libro a sorpresa (cioè, mi ha chiesto un libro a sorpresa...e ora? si accettano consigli...) - fatto
domenica 9 maggio 2010
Raccomandato dai migliori Prof. Bayer italiani
Dafalgan (paracetamolo) in vari formati (pastiglie, effervescente);